Marketplace Trend 2020: che anno sarà per le piattaforme di vendita online?

Al termine di un anno di importante per le vendite virtuali, cosa si prospetta per Amazon, Zalando, Alibaba e altri giganti dell’e-commerce? Abbiamo raccolto 5 macro-trend che anticipano il 2020

1. Il modello “Seller” sempre più protagonista

Vendere sui marketplace, e non ai marketplace. Molte piattaforme (che inizialmente operavano esclusivamente con una logica wholesale) stanno spingendo i brand ad abbracciare la logica Seller.

Zalando ha già annunciato che entro il 2023 il Partner Program sarà il principale modello di vendita. In Amazon si registra la medesima tendenza.

Recenti analisi evidenziano che il numero venditori terzi che opera su Amazon Europa è cresciuto del 17%, per un totale di quasi 3 milioni di seller.

Anche la percentuale delle unità vendute dai seller sta rapidamente aumentando: mentre nel primo trimestre del 2015 i venditori terzi producevano il 44% delle transazioni, nei primi tre mesi del 2019 hanno generato il 54% del totale.

Statistic: Percentage of paid units sold by third-party sellers on Amazon platform as of 3rd quarter 2019 | Statista
Fonte Statista

2. Il potere degli influencer

Se è vero che “money follows eyeballs”, nel 2020 i marketplace si intrecceranno ancora più con l’influencer marketing.

Secondo una ricerca condotta in USA, il 49% dei consumatori “dipende” dai consigli degli influencer e il 70% dei teenager ripone più fiducia negli influencer che nelle celebrities.

L’86% degli uffici marketing US ha già destinato parte del proprio budget all’influencer marketing (questo “settore” raggiungerà un valore di 20 miliardi di dollari entro il 2020).

I marketplace, in modalità diverse, stanno implementando strategie di influencer marketing: un trend che continuerà anche nel 2020.

Al grido di “We create Marketing Influencer MagicZalando ha lanciato Collabary: una piattaforma che connette i brand ai content creator.   

La “creatura” di Jeff Bezos invece continuerà a promuovere Amazon Influencers, il programma con il quale è possibile creare una pagina personale su Amazon per mostrare ai follower i prodotti consigliati (e quindi guadagnare dalle vendite).

Le collaborazioni tra content creator e piattaforme e-commerce sfoceranno anche in lanci di collezioni a edizione limitata, come The Drop di Amazon.

Farfetch collabora sistematicamente sia con top che con micro-influencer, vale a dire con account con un seguito più esiguo (dai 10 ai 100.000 follower).

Tmall (di proprietà di Alibaba) sta lavorando alacremente su Tmall Global Influencer Ecosystem: un network di influencer internazionali con il compito di “ispirare” i consumatori cinesi. Al momento l’ecosistema conta 500 account social super seguiti, ma il piano prevede di toccare quota 2.000. Ci riuscirà entro il 2020?

3. Live Streaming: tornano le televendite

Restando in tema Tmall Global Influencer Ecosystem, Alibaba conta di stimolare le vendite anche tramite il live streaming, vale a dire dirette web presentate da star del mondo virtuale.

Cambia la tecnologia, ma la formula resta la stessa delle vecchie televendite: un personaggio di spicco racconta un prodotto in video, ma lo fa in diretta, sul web, all’interno di una piattaforma di proprietà del marketplace.

Mentre si segue la diretta, per comprare il prodotto basta un click. L’ultimo caso di successo ha come protagonista Kim Kardashan (153 milioni di follower su Instagram) e Viya Huang (influencer cinese). Su Tmall, in pochi minuti di live streaming, hanno venduto 153 milioni di boccette di KKW, il nuovo profumo della star americana.

Livestreaming Tmall

Nel mondo asiatico le Live Streaming stanno già trasformando l’interazione tra brand e consumatori (entro il 2023 genereranno oltre 71 miliardi di dollari di vendite). Con tutta probabilità, si estenderanno anche in altri mercati.  

4. Le mille applicazioni dell’Intelligenza Artificiale

Nel 2020 i marketplace continueranno a investire in AI, per molteplici finalità. Zalando sta sviluppando un sistema che suggerisce consigli di stile imparando “a conoscere” i gusti e le preferenze del singolo utente.

Amazon sta lavorando a un’applicazione per “scansionare” gli oggetti nella vita reale e ritrovarli nella piattaforma (pronti per essere acquistati).

Alibaba sta spingendo molto sull’intelligenza artificiale anche per automatizzare attività operative come traduzioni, upload delle foto dei prodotti o il customer service. Proprio l’AI ha permesso al gruppo cinese di gestire al meglio il picco di traffico del Singles Day, durante il quale a rispondere a oltre il 95% delle domande degli utenti ci hanno “pensato” i chatbot.

5. Voice Shopping: gli assistenti vocali che facilitano gli acquisti

Entro il 2021 il 40% dei consumatori utilizzerà un assistente vocale anziché un’app o un sito web. Un acquirente su 3 li ha già impiegati per fare shopping (fonte: Capgemini)

eMarketer evidenzia come stanno cambiando le vendite vocali negli USA. Se nel 2017 i voice shopper americani rappresentavano solo il 13% del totale, nel 2020 oltre il 34% dei consumatori acquisterà online tramite Google, Alexa o Siri. Nel 2021 si raggiungerà il 38%.

Come si stanno organizzando i giganti dell’e-commerce?

L’Assistente vocale di Amazon, Alexa, è già integrato con oltre 3.500 brand.

Quindi se un utente le chiede “quali sono le migliori offerte per macchine per caffè?”, Alexa include nella ricerca tutti i brand che presentano il badge Alexa Choice (e che quindi rispettano i numerosi standard imposti dal programma).

Walmart invece ha stretto una partnership con Google. Pronunciando “Hey Google, talk to Walmart”, in un baleno gli utenti possono riempire il carrello virtuale della catena americana.  

L’assistente vocale di Alibaba, Tmall Genie, è addirittura presente nella auto BMW vendute in Cina o integrato con Starbucks, pronto a registrare gli ordini di caffè dei consumatori cinesi.

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